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Non lasciare che il Coronavirus infetti le tue campagne email

Massimiliano Chiucchiù
email deliverability specialist
Non lasciare che il Coronavirus infetti le tue campagne email
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Che ti piaccia o no, Il mondo digitale sta cambiando ancora. Forse sarebbe successo lo stesso tra qualche anno ma questo bastardo di un Coronavirus, ha anticipato i tempi. Macchine volanti a parte, ci ritroviamo già a vivere ipotetici scenari di uno pseudo futuro in cui tutti si lavora da casa; i contatti sociali sono limitati o addirittura vietati e si trascorre la maggior parte del tempo davanti a dispositivi elettronici. Ora il Pc, l’immancabile protesi-smartphone e, perché no, anche il buon tablet. Quindi, non mi sorprendo più di tanto se mia figlia di 4 anni pensa che la tv sia rotta quando, premendo lo schermo, nota che la gallery di Disney plus, non scorre.

Come cambiano i comportamenti sociali, con loro mutano anche quelli digitali. Il cambiamento che stiamo vivendo va gestito, non subito. Proprio perché, consapevoli o no, siamo parte integrante di esso.

Anche se cambiare potrà sembrare difficile, lo spettacolo deve continuare! Quindi, che tu sia in corsa per salvare, sviluppare o semplicemente mantenere il tuo business, e per farlo utilizzi l’email marketing, forse dovresti cercare di ridurre al minimo gli errori dettati dal panico, dalla fretta o dalla voglia di essere per forza troppo solidale.

Quindi, se vuoi proprio cimentarti nell’email marketing in questo periodo, ti consiglio di non premere il tasto “invia”, se non hai prima letto quanto segue:

Non inviare email strappalacrime

Nessuno vuole sentirti dire che il tuo cuore è vicino al cliente in questo momento di difficoltà e che auguri a lui e famiglia, tanta salute.  Sei un fornitore. Gentile, professionale, generoso, ma pur sempre un fornitore.
A meno che tu non abbia già un rapporto personale con la tua audience, dove un po’ di emapatia sarebbe apprezzata, cerca quindi di evitare troppo “miele” nelle comunicazioni.

Possibili conseguenze di deliverability: cancellazione, reclami, reputazione IP e sender penalizzata

Non inviare all’intero database

Se hai intenzione di inviare email indiscrinatamente a tutti gli indirizzi email che hai a disposizione, la tua audience inattiva potrebbe non prenderla così bene. Specialmente perché, nel frattempo, avrà già ricevuto una montagna di messaggi simili al tuo. Segmentare e contattare quindi i tuoi utenti attivi, fa bene alla deliverability.

Possibili conseguenze di deliverability: cancellazione, reclami, spam trap colpite, reputazione IP e sender penalizzata

Evita promozioni in nome del Coronavirus

So che sono tempi duri e che il business non dorma mai, ma i tuoi clienti non vorranno sentirsi in qualche modo usati se ti concentri esclusivamente sulla vendita, usando il Covid-19 come leva. Così facendo, rischi di perdere molto di più della reputazione nei confronti degli Internet Provider. A meno che tu non venda mascherine chirurgiche o prodotti igienizzanti, spingere troppo la vendita potrebbe avere un non piacevole effetto boomerang.

Possibili conseguenze di deliverability: cancellazione, reclami, email nella casella dello spam, reputazione IP e sender penalizzata

Metti i robot a riposo

Forse non è proprio il momento più opportuno per fare push su carrelli abbandonati, inviare più email di re engagement con toni troppo commerciali e spensierati. Essere commercialmente aggressivi non paga in generale. Figuriamoci se lo si fa in questo momento.

Possibili conseguenze di deliverability: cancellazione, reclami, perdita fidelizzazione

Invia solo quando c’è una buona ragione per farlo

Non sentirti per forza obbligato a dire qualcosa solo perché tutti gli altri lo fanno. Se non hai un motivo valido per per comunicare col tuo cliente, meglio che tu non dica nulla. Rischieresti infatti di perdere tempo per la creazione della campagna  e di guadagnarci solo dei reclami.

Possibili conseguenze di deliverability: reclami, perdita fidelizzazione

Sii paziente. Gli utenti inattivi si riattiveranno e otterrai più nuovi iscritti

Le abitudini di acquisto si stanno spostando online a una velocità elevata a causa della chiusura di molti negozi fisici. Quindi, chi pensava di poter riuscire a mantenere le tradizionali abitudini di acquisto, si dovrà ricredere e si iscriverà a ecommerce online. Oppure andrà a recuperare la password di quell’account messo nel dimenticatoio, e si riattiverà.

Possibili conseguenze di deliverability: having more active audience between your recipients, means higher reputation with ISPs and higher deliverability.

Sii positivo, ma non felice

Molto probabilmente stai per inviare una campagna e utenti sergregati in casa con la propria famiglia (alcuni con la suocera) 24 ore su 24, da settimane. Come se non bastasse, di certo ricevono quotidianamente dalle fonti di informazione, bollettini “di guerra” raramente confortanti. Usare un tono troppo entusiasta può far percepire all’utente che forse vivi su un pianeta diverso (e a questo punto potrebbe invidiarti), oppure che vuoi far finta che non stia accadendo nulla di che (a questo punto crederà che tu definitivamente sia pazzo). Cerca quindi di metterti nei panni del tuo destinatario e non forzare troppo i toni.

Possibili conseguenze di deliverability: reclami

Investi nella sicurezza

In questo periodo sono anche in aumento gli attacchi hacker e le email di phishing che speculano sul Coronavirus. Gi ISP hanno alzato il livello di allerta e i filtri antispam sono più severi. Se non l’hai già fatto, puoi investire nell’inviare in sicurezza (cosa che piace molto agli ISP) configurando adeguatamente i record SPF, DKIM e DMARC e il nuovo arrivato, BIMI.

Possibili conseguenze di deliverability: migliore deliverability e tassi di apertura 

Non sottovautare l’anti spam umano

Per migliorare la deliverability si possono applicare molte stratregie, regole e trucchetti vari. Ma per quanto si possa aggiustare un messaggio in modo capillare, facendo mille calcoli su lunghezza oggetto, peso immagini ecc., quello che spesso ci si dimentica è che il filtro anti spam umano è sempre il più efficace. E’ infatti quello che genera il reclamo, la cancellazione o quello che ignora deliberatamente il messaggio. Mai come in questo periodo, quindi, dobbiamo mettere davanti alle percentuali, l’esperienza utente. Sembra che il panico che causò il bombardamento di email relativo all’entrata in vigore del GDPR di qualche anno fa, si stia in qualche modo ripetendo. Per favore, resta fuori dal gregge. In ogni caso, mai mettere nella stessa stanza una persona in panico e una piattaforma di email marketing.

 

Stay healthy, Stay inBox

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