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Il linguaggio dei clienti: dalla SEO alla GEO per una migliore product discovery

Al Netcomm Focus Fashion & Beauty, Maurizio Alberti (SVP, Revenue di Mapp) ha condiviso riflessioni su come i dati e la semantica di prodotto stiano trasformando l'esperienza d'acquisto dei consumatori. In questo articolo ha riassunto i contenuti trattati durante il suo intervento.

Il linguaggio dei clienti: dalla SEO alla GEO per una migliore product discovery
Scritto da Maurizio Alberti
SVP Revenue @Mapp

Partecipare al Netcomm Focus Fashion & Beauty è sempre un momento stimolante.
Quest’anno ho avuto la possibilità di confrontarmi con tanti professionisti e condividere alcune riflessioni su un tema che mi appassiona: il linguaggio dei clienti e l’evoluzione della Customer Experience, con un occhio di riguardo al settore della moda.

Dalla ricerca per parole chiave a quella conversazionale

Fino a pochi anni fa, cercare un prodotto online era piuttosto semplice. Bastava digitare qualche parola chiave generica, come “abito estivo donna”, e poi scorrere tra centinaia di risultati. Oggi le cose sono cambiate. I clienti esprimono bisogni molto più dettagliati e conversazionali, come: “Abito a fantasia floreale, lungo fino alle ginocchia, spalle scoperte e collo arrotondato, per un’occasione formale in autunno.”

In realtà, il modo di pensare del cliente non è cambiato, ha sempre valutato decine di variabili quando sceglieva un prodotto. Quello che è cambiato è il linguaggio con cui esprime queste scelte.
E qui nasce la vera sfida: se un brand non riesce a interpretarlo correttamente, l’esperienza d’acquisto diventa frustrante.

I dati lo confermano: secondo il report “State of Fashion 2025” di McKinsey & Company, l’80% degli intervistati dichiara che l’insoddisfazione con i risultati di ricerca online rappresenta una barriera all’acquisto, mentre il 41% indica i “risultati irrilevanti” come principale ostacolo agli acquisti online.
Come evidenziato dal report, “i consumatori di moda sono sopraffatti dalle opzioni, il che impatta negativamente sul loro coinvolgimento e sui tassi di conversione con i brand”.

Chi invece sa intercettare questo linguaggio ottiene benefici concreti: più conversioni, meno resi, una customer experience migliore e campagne pubblicitarie più efficienti.

Dalla SEO alla GEO: perché cambia tutto

Fino a poco tempo fa, lavorare sulla SEO era sufficiente per far trovare i prodotti online. Bastava inserire le parole chiave giuste nei titoli, nelle descrizioni e nelle categorie.

Oggi, però, le ricerche dei clienti sono molto più complesse e conversazionali, ed è qui che entra in gioco la GEO (Generative Engine Optimization). Non si tratta più solo di parole chiave ma di strutturare dati e contenuti in modo che siano realmente comprensibili dai motori di ricerca moderni e dagli strumenti di AI generativa.

Il cambiamento è sostanziale. Mentre la SEO tradizionale si basava su corrispondenze esatte di parole chiave, la GEO richiede una comprensione semantica profonda del prodotto e del contesto d’uso. Questo significa che una ricerca come “vestito elegante per matrimonio pomeriggio” deve essere interpretata non solo per le parole chiave ma per l’intenzione, l’occasione, il momento della giornata e lo stile desiderato.

La GEO consente ai brand di intercettare richieste più articolate e contestualizzate, offrendo un’esperienza d’acquisto più fluida e migliorando le performance di vendita.

I brand oggi: tra sfide e gap da colmare

La realtà è che molti brand non sono ancora pronti per affrontare la GEO (Generative Engine Optimization). Spesso le descrizioni dei prodotti restano superficiali, limitate a informazioni tecniche come colore o materiale, senza considerare il contesto più ampio che oggi i clienti cercano.

Per competere davvero servono due elementi difficili da bilanciare:

  • velocità: aggiornare cataloghi e contenuti in tempo reale;
  • qualità: arricchire le descrizioni con attributi di contesto come occasione, mood, stagione e stile.

L’AI da sola non basta

Sempre secondo McKinsey, l’82% dei clienti vuole che l’AI riduca i tempi di ricerca. La tecnologia da sola accelera i processi ma non garantisce la precisione stilistica richiesta nel Fashion. Serve un approccio ibrido che unisca intelligenza artificiale specializzata e supervisione di fashion stylist, per maggiore coerenza su ampia scala, precisione stilistica e adattamento culturale.

Proprio per questo abbiamo creato Mapp Fashion, una soluzione verticale nata dall’acquisizione di una realtà specializzata in AI per il fashion e il lusso. Non è solo tecnologia: unisce AI e competenze umane, permettendo ai brand di offrire contenuti più ricchi, accurati e coerenti con il proprio DNA.

Come Mapp supporta i brand Fashion

  • tassonomia verticale proprietaria, frutto di dieci anni di esperienza con retailer fashion;
  • AI + human touch: il lavoro dell’AI è supervisionato e arricchito da Fashion Stylist esperti per garantire precisione e qualità;
  • localizzazione avanzata, che va oltre la traduzione, adattando contenuti linguistici e culturali;
  • distribuzione omnicanale, così che i dati arricchiti arrivino ovunque servano, dalle PDP alle app, dal CRM ai marketplace e alle campagne pubblicitarie.

Cosa stanno facendo gli innovatori del settore

Grazie a dati di prodotto più ricchi e rilevanti, le campagne diventano più efficaci, le conversioni aumentano e i resi diminuiscono.

Alcune aziende che hanno iniziato a investire nell’ottimizzazione dei dati di prodotto hanno riscontrato:

  • +4-7% di RPV (Revenue per Visitor)
  • +5% di ROAS (Return on Ad Spend)
  • +3% di revenue dagli outfit
  • Fino a 3 volte più ricavi dalle email personalizzate rispetto alle newsletter tradizionali

Scrivere oggi le regole di domani

Nei prossimi anni, cercare un capo online sarà sempre più simile a parlare con un consulente personale. I clienti non si accontenteranno più di filtri e menù a tendina, ma pretenderanno risposte immediate, pertinenti e davvero su misura.

Per i brand questo significa un cambio di paradigma: non basta più descrivere un prodotto con colore e materiale, serve raccontarne il contesto, lo stile, l’emozione che porta con sé.

È questa la sfida della GEO: trasformare i dati di prodotto in un linguaggio capace di intercettare i desideri reali delle persone. E chi inizia oggi sarà pronto a scrivere le regole del fashion di domani.

Riguarda il video dell’intervento al Netcomm Focus Fashion & Beauty 👇

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